photo 15-07_00375186_zpsd3167eb2.jpg

domenica 7 settembre 2014

Cercando Alaska



Titolo: Cercando Alaska
Autore: John Green
Traduzione: Lia Celi
Numero di pagine: 319
Pubblicato: marzo 2005 (in America)
Edizione: Rizzoli
Prezzo: 14.00 euro
Trama: Miles Halter, sedici anni, colto e introverso, comincia a frequentare un'esclusiva prep school dell'Alabama. Qui lega subito con Chip, povero e brillantissimo, ammesso alla scuola grazie a una borsa di studio, e con Alaska Young, divertente, sexy, attraente, avventurosa studentessa di cui tutti sono innamorati. Insieme bevono, fumano, stanno svegli la notte e inventano scherzi brillanti e complicati. Ma Miles non ci mette molto a capire che Alaska è infelice, e quando lei muore schiantandosi in auto vuole sapere perché. È stato davvero un incidente? O Alaska ha cercato la morte?

Rating: 


Recensione: è passato un bel po’ di tempo da quando ho letto questo libro, eppure ancora non sono riuscita a farmene un’opinione completa.
Ero partita abbastanza prevenuta con questo romanzo, avendo letto prima Colpa delle stelle (che è dello stesso autore) temevo di rimanere delusa anche da Cercando Alaska. Sono stata contenta di aver dovuto cambiare opinione.
Basilarmente la trama non è particolarmente originale, eppure John Green non l’ha resa banale e gli avvenimenti non sono assolutamente scontati: il romanzo è imprevedibile e anche quando sembra che i protagonisti stiano per affrontare un periodo di “quiete”, c’è sempre qualche allegra vicenda che non annoia mai il lettore e che permette a quest’ultimo di godere fino alla fine del romanzo. Fra le angherie dei “nemici” scolastici, Miles (il personaggio principale), Alaska, Colonnello, Takumi e Lara vivono un emozionante anno scolastico ricco di scherzi e avventure notturne.
Miles si ritrova circondato da persone che portano sulle spalle il peso di una vita particolarmente difficile, quasi un dramma, di cui alcuni sono riusciti a liberarsi, mentre in altri è ancora vivo il ricordo. C’è il Colonnello, talmente povero da vivere in una roulotte, c’è Lara, arrivata in America da pochi anni e Alaska, che più di tutti è tormentata dal suo passato. Questi racconti ci vengono quasi presentati come delle fiabe cupe e macabre, che hanno contribuito alla formazione psicologica dei personaggi e che li hanno resi persone non superficiali  e dalla mentalità vispa e aperta.
Arriva “finalmente” anche il momento di Miles e Takumi di crescere.

DA QUI LA RECENSIONE SARA’ CARATTERIZZATA DA SPOILER, NON PROSEGUIRE SE NON AVETE LETTO IL ROMANZO.
Improvvisamente Alaska muore e si cerca di ricostruire quel pezzo della sua vita che l’ha portata a commettere un presunto suicidio. Ho apprezzato di questa parte del romanzo il tema trattato da John Green, sviluppato in due maniere differenti.
Alaska è perseguitata dai sensi di colpa per non essere riuscita a salvare sua madre quando era piccola. La ragazza non è riuscita a trovare una via d’uscita, è rimasta intrappolata nel suo labirinto e ha preferito la morte al ricercare ancora una via d’espiazione.
E come Alaska, Chip, Miles e in seguito anche Takumi, sono tormentati dagli stessi sensi di colpa per non aver impedito la morte della loro amica, anzi, l’hanno invogliata a uscire ubriaca in auto. Al contrario di  Alaska, però, i tre riescono ad uscire dal labirinto, superano questi sensi di colpa e assorbono la lezione che la vita ha voluto impartirli, e che ha cercato di far imparare anche ad Alaska. Come dice anche Margaret Mazzantini nel suo romanzo, “nessuno si salva da solo”, e questi tre amici riescono a superare questo dramma perlopiù adolescenziale assieme, facendosi forza l’uno con l’altro.
FINE SPOILER

La struttura del romanzo ci prepara già all’evento che metterà completamente in subbuglio la vita dei protagonisti, i paragrafi, infatti, sono divisi attraverso il sistema del “cinquanta giorni prima”, “ottanta giorni prima” e così via.
Nonostante tutti questi elementi positivi che mi hanno fatto commuovere e portato più volte a riflessione, al romanzo è mancato qualcosa. C’è stato un particolare che non mi ha permesso di godermelo pienamente e che mi ha impedito di dare cinque stelline di valutazione. Forse il mio essere prevenuta, forse proprio il personaggio di Alaska, che in certi momenti ho trovato un po’ pesante e anche un po’ troppo... esplicita, per così dire, e di cui non ho sempre apprezzato i comportamenti (come quando dice: “ti farei un pompino se non fossi fidanzata”... io sono per la fedeltà nel pensiero e nelle azioni...).

In ogni caso un romanzo che consiglio. 

Nessun commento:

Posta un commento