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lunedì 22 settembre 2014

What the fuck is this? Città di ossa






Questa rubrica è caratterizzata da spoiler, linguaggio esplicito e parolacce





Titolo: Shadowhunters, Città di ossa
Autrice: Cassandra Clare
Traduttore: Fabio Paracchini
Numero di pagine: 452
Pubblicato: 6 novembre 2007 (in Italia)
Edizione: Mondadori
Prezzo: 10.50 euro
Trama: La sera in cui la quindicenne Clary e il suo migliore amico Simon decidono di andare al Pandemonium, il locale più trasgressivo di New York, sanno che passeranno una nottata particolare ma certo non fino a questo punto. I due assistono a un efferato assassinio a opera di un gruppo di ragazzi completamente tatuati e armati fino ai denti. Quella sera Clary, senza saperlo, ha visto per la prima volta gli Shadowhunters, guerrieri, invisibili ai più, che combattono per liberare la Terra dai demoni. In meno di ventiquattro ore da quell'incontro la sua vita cambia radicalmente. Sua madre scompare nel nulla, lei viene attaccata da un demone e il suo destino sembra fatalmente intrecciato a quello dei giovani guerrieri. Per Clary inizia un'affannosa ricerca, un'avventura dalle tinte dark che la costringerà a mettere in discussione la sua grande amicizia con Simon, ma che le farà conoscere l'amore.

Rating: 


La recensione racconta fin dove sono arrivata, dato che non ho terminato il libro, inoltre sarà caratterizzato da tantissimo spoiler


Recensione: Shadowhunters è una delle nuove saghe paranormali uscita poco dopo Twilight, che ha spopolato fra i giovani ed è stato apprezzato anche da molti adulti. Colpita dalla trama interessante, dalle recensioni superpositive, da una copertina accattivante e dall’uscita dell’ultimo libro, che ha completamente mandato in tilt il mio facebook, ho deciso di provarlo.
Il primo approccio l’ho avuto tempo fa con la saga Infernal Devices, il primo della trilogia, e non mi era piaciuto affatto: avevo abbandonato la lettura dopo duecento pagine.
Ho ritentato con la saga “clou”, e le mie aspettative sono state completamente distrutte. Davvero una profonda delusione.

Comincio col sottolineare ciò che mi è piaciuto del libro. Ho apprezzato molto il mondo creato dalla  Clare, nonostante sia un misto tra Twilight ed Harry Potter, l’autrice lo ha reso suo e non ha abbandonato a spiegazioni vaghe o patetiche le creature, che sono ben caratterizzate e studiate. Non mi ha fatto impazzire la miscela fra esseri come draghi ed elfi, e vampiri, licantropi e angeli e demoni. Non ho mai letto di queste creature assieme e sinceramente ho iniziato a vedere il tutto un po’ esagerato. Non sempre i vari tipi di mitologie si sposano bene.
La rivisitazione dei Nephilim, ovvero dei cacciatori di demoni, mi è piaciuta. Molto fantasiosa la trovata delle rune e dello stilo. Non ho capito, però, da dove sia uscito fuori il termine “Shadowhunter”. Mi sembra nato solamente per dare un impatto positivo ai ragazzi, non so, una di quelle parole particolari inventate che hanno semplicemente lo scopo di attrarre.

E adesso invece, parliamo del perché Città di ossa non mi è piaciuto. Appena ho aperto il libro, l’incipit non mi ha fatto impazzire, anzi, ho cominciato ad avere i primi dubbi.
Clary, la protagonista, si ritrova in coda con il suo amico Simon per il Pandemonium, una delle discoteche più trasgressive del posto (abita a New York). Clary ha una madre apprensiva, sempre in pensiero e molto severa, e ciò verrà ribadito spesso.
E quindi mi domando:
1.      1.Perché a 15 anni vai in discoteca? Anzi, nella discoteca più trasgressiva di New York?
2.      2.Perché tua madre apprensiva ti manda in discoteca? E soprattutto, perché acconsente quando hai 15 anni e abiti a New York?
3.Tra l’altro, la mamma si arrabbia perché è tornata a casa troppo tardi!

”Mia mamma. Non era troppo contenta che abbiamo fatto così tardi, ieri. Ha sclerato.”

Cosa ce la mandi a fare in discoteca, allora? È una contraddizione! E ha 15 anni? E quella è la discoteca più trasgressiva del posto?
Inoltre mi chiedo, com’è possibile che Clary sia entrata? Le discoteche non dovrebbero avere l’ingresso aperto esclusivamente ai maggiorenni (principalmente quelle trasgre, poi)? In ogni caso, diamo per buono che la protagonista sembri più grande, e che riesca ad entrare in questa discoteca.
Qui assiste alla cattura di un demone da parte di tre Shadowhunters: Jace, Isabelle e Alec. E qui, capiamo già da subito quali saranno i loro ruoli.
Simon: l’amico friendzonato.
Isabelle: la ragazza bellissima e meravigliosa che Clary invidierà.
Alec: fratello di Isabelle, si comporta come un maschio col ciclo.
Jace: mi soffermo un po’ di più nel parlare di Jace. So che adesso arriverà una valanga di pomodori da parte delle ragazze, ma... è insopportabile. Insopportabile è la parola esatta per descriverlo. Dopo dieci secondi dalla sua comparsa, non c’è bisogno di riflettere su chi è: il figo di turno per il quale Clary prenderà una cotta. Mi chiedo come, data l’insopportabilità di questo personaggio.
Innanzitutto, è un saputello di dimensioni cosmiche:

*scena della cattura del demone nella discoteca*
Jace: “Non mi hai ancora detto se qui ci sono altri come te.”
Demone: “Non so di cosa parli.”
Jace:”Di altri demoni. Cittadini dell’Inferno e servi di Satana, secondo la religione. Ma, secondo il Conclave, tutti i tipi di spirito, potere o principio malevolo e maligno che si trovi fuori dalla nostra dimensione originaria.”

Ma chi te lo ha chiesto? Isabelle e Alec secondo te non sanno queste cose? Cassandra Clare, capisco che c’è bisogno di un’introduzione al complicato mondo dell’occulto, ma questo mi sembra il modo peggiore per dare spiegazioni, dato che in questa situazione sinceramente non hanno molta logica. Se Jace deve uccidere questo demone, che senso ha fargli fare una lezione di semantica?
E anche qui:

*scena d’incontro fra Jace e Clary*
Clary: “Mi chiamo Clary”
Jace: “Lo so. Come l’erba, la clary sage, la salvia sclarea. Una volta si credeva che mangiando i semi di quell’erba si potessero vedere le fate. Lo sapevi?”

No. Non lo sapevo. E tu invece sapevi che a me e Clary non fotte un cazzo dell’erba?
Continuerà di questo passo per buona parte del romanzo, evidenziando anche il suo scarso senso dell’umorismo:

*parlando delle spade di  Jace...*
Clary: “Uffa, ecco che se ne va a monte il mio piano di venderle su e-bay!”
Jace: “Venderle dove?”
Clary: “Un luogo mitico con un grande potere magico.”
Jace: “La maggior parte dei miti è vera, almeno in parte.”

.-. sarcasmo, Jace, sarcasmo.
In ogni caso, ci pensa qualcuno a metterlo al suo posto:

“Se fossi divertente la metà di quello che credi, ragazzo mio, saresti il doppio più divertente di quello che sei.”

Finalmente qualcuno che se n’è reso conto! Comunque, lui non capisce il senso dell’affermazione, ma lasciamo stare. Ora, non so se Cassandra Clare abbia ideato a posta un personaggio odioso, e in questo caso ci è più che riuscita; nel caso, invece, volesse creare il “bello, stronzo che tutte amano”, be’, i suoi tentativi sono andati un po’ a monte.

Andiamo avanti. Dopo quest’incontro c’è ne è un altro fra Clary e Jace, e nel frattempo Jocelyn, la madre della protagonista, viene attaccata e le dice di non tornare più a casa. Clary, ovviamente, corre a  vedere cosa le è successo e si scontra con un Divoratore (un demone) e viene salvata da Jace e portata all’istituto degli Shadowhunters. Qui inizia un dibattito un po’ ridicolo tra Jace e Alec. Il primo, chiaramente interessato a Clary, è convinto che lei abbia qualcosa di speciale rispetto agli altri mondani, dato che non è normale che possa vedere gli Shadowhunters. 
Alec invece è ostile.
Jace si offre di aiutare Clary a ritrovare sua madre e ritornano nella casa ormai mezza distrutta. Qui incontrano altri demoni/troll/mostri, ma Jace riesce a metterli KO. [C’è la descrizione di una scena d’azione, che mi è parsa quasi quella di un film messa a rallentare. La Clare si sofferma troppo sui particolari quando descrive combattimenti, ed è un errore, perché l’azione non la fa sentire.]
In ogni caso, è passato un bel po’ di tempo da quando avete lasciato la casa, com’è possibile che in un condominio nessuno si sia accorto della presenza di creature demoniache? Anche se non possono vederli, i mostri vengono descritti come dei bestioni, quasi dei giganti, nessuno ha sentito rumori? E dopo tutto il casino che è successo durante un presunto combattimento fra Jocelyn e i suoi aguzzini, o fra Clary e il Divoratore, NESSUNO SI è RESO CONTO CHE STAVA SUCCEDENDO QUALCOSA?
La Clare gioca sicuramente dalla parte del realismo, gente!
Alla fine si scopre che Madame Dorothea, la tizia che abita sotto casa loro, è una “strega” (e qui Jace ci dà prova della sua cultura nuovamente), e ha un portale penta dimensionale. [Non poteva semplicemente chiamarsi Portale? O portale tridimensionale? Abbiamo capito che Cassandra Clare vuole fare le cose in grande.]Questo portale porta lei e il suo accompagnatore a casa di Luke, l’amico della madre che al momento della scomparsa di quest’ultima le aveva chiaramente detto di voler tagliare i ponti con lei.
Qui viene loro incontro Simon, l’amico sfiggy, che si trova casualmente lì. Dopo che Clary (non si capisce per quale motivo) li racconta tutto ciò che ha scoperto, lui esclama:«Che figataaaa! È come nei videogiochi!» e da questo momento penso che abbiate capito che Simon è un totale stupido, e Clary si trova a scegliere fra uno scemo e un insopportabile. I due maschioni subito che litigano, ovviamente, e finalmente si entra in casa di Luke ad indagare.
Insomma, si scopre che Luke potrebbe essere kattivo e che i cattivi tengono nascosta Jocelyn per impossessarsi di una coppa.

Allora, qui ho da fare delle considerazioni.
1.In tutto questo,  si nota che la Clare non ti fa entrare nei personaggi, ma te li fa solamente vedere dall’esterno. Clary fa questo, Clary fa quello, ma non c’è un momento in cui si sofferma sui suoi pensieri, sulle sue preoccupazioni, in cui la ragazza manifesta davvero stress e ansia per tutto ciò che sta succedendo. La sua vita è cambiata al tal punto da poterle venire una crisi di nervi, e lei sembra non vivere il trauma. Ogni minuto che passa sua madre potrebbe essere sempre più vicina alla morte, e lei reagisce in maniera abbastanza normale. L’autrice non fa sentire l’ansia e la angoscia di Clary.
2.Quando ho letto che i cattivi stavano cercando una coppa, sinceramente ho cominciato a pensare che la Clare abbia scritto Shadowhunters un giorno in cui le hanno chiesto “scrivi un fantasy seguendo queste indicazioni!”. Avete presente quando alle elementari c’erano le immaginette con i personaggi da scegliere? Il protagonista: un principe, un re, una bambina. Il cattivo: un mostro, un troll, un lupo. La missione: recuperare un oggetto che sconfigge il malvagio. Vi giuro, ho avuto quest’impressione.

Una volta tornati all’istituto, Jace fa entrare anche Simon, il secondo mondano e per questo non gli verrà dato nemmeno uno schiaffetto sulla mano. Inoltre mi chiedo... ma Simon non ha dei genitori? Gira e fa il cazzo che li pare senza una madre o un padre si preoccupino per lui?
Dopo aver fatto un breve riepilogo ad Hodge (il capo dell’istituto, diciamo), si scopre che Valentine, il kattivo della situazione, è tornato e che era il marito di Jocelyn (ahi ahi!), e questa è l’unico colpo di scena che può essere chiamato colpo di scena di tutto il romanzo. Si parla di un Circolo composta da Shadowhunters che volevano distruggere tutti i Nascosti, per poi far scoppiare una guerra tra Umani e Nascosti... sinceramente tutta questa storia mi puzza di Harry Potter. Mi ha riportato a Voldemort e ai suoi Mangiamorte.
Qui Clary scoppia, dice che non vuole più sentirne parlare inizia a sclerare. Questa reazione mi è parsa abbastanza strana, sinceramente. Leggendo, lascia un po' di stucco, l'ho trovata esagerata e fuori luogo. Insomma, rimane tranquilla scoprendo il mondo degli Shadowhunters ed esplode quando scopre che sua madre faceva parte dei cattivi ma si è convertita ai buoni.

Un altro piccolo focus prima di terminare la recensione. 
Lo stile della Clare non mi è piaciuto affatto. Ci sono continuamente metafore, che però non sempre hanno senso o sono di cattivo gusto. Leggendo il romanzo non si notano, una volta preso il ritmo sembrano quasi inesistenti, ma dato che io leggevo tre pagine a settimana purtroppo saltavano all'occhio. 
Mi è parsa una dilettante che voleva passare per una scrittrice dallo stile particolare, ma è sgamabile da subito. 

Sinceramente non so se andrò avanti con la lettura di Shadowunters. Questo libro mi ha annoiata veramente tantissimo e non ha catturato assolutamente la mia attenzione. È capitato che non piacesse nemmeno ad una mia amica, che alla fine, provando anche il secondo, si è letteralmente appassionata alla saga. Potrebbe essere così, ma finché non lo termino non potrò mai saperlo. Forse in un futuro prossimo riuscirò a finirlo e a cambiare opinione, ma per ora pollice in giù per Città di ossa.


Città di carta

Titolo: Città di carta
Autore: John Green
Traduzione: Stefania di Mella
Numero di pagine: 391
Pubblicato: 2008 (in America)
Edizione: Rizzoli
Prezzo: 14.00 euro
Trama: Quentin Jacobsen è sempre stato innamorato di Margo Roth Spiegelman, fin da quando, da bambini, hanno condiviso un'inquietante scoperta. Con il passare degli anni il loro legame speciale sembrava essersi spezzato, ma alla vigilia del diploma Margo appare all'improvviso alla finestra di Quentin e lo trascina in piena notte in un'avventura indimenticabile. Forse le cose possono cambiare, forse tra di loro tutto ricomincerà. E invece no. La mattina dopo Margo scompare misteriosamente. Tutti credono che si tratti di un altro dei suoi colpi di testa, di uno dei suoi viaggi on the road che l'hanno resa leggendaria a scuola. Ma questa volta è diverso. Questa fuga da Orlando, la sua città di carta, dopo che tutti i fili dentro di lei si sono spezzati, potrebbe essere l'ultima.

Rating:  


Recensione: Avevo intenzione di comprare questo libro, ma per fortuna non l’ho fatto. Il titolo aveva catturato la mia attenzione, e la trama, seppur molto semplice, mi intrigava. Solitamente John Green riesce a valorizzare le cose banali: anche in Cercando Alaska non c’era una trama particolarmente complessa, eppure era stata sviluppata in maniera particolare. La stessa cosa non è accaduta con Città di carta, che ho trovato veramente troppo simile al primo libro dell’autore, Cercando Alaska; non mi è piaciuto com’è stato sviluppato il concetto della città di carta e non sono riuscita nemmeno a comprendere le scelte dei personaggi.
 Dunque, abbiamo, come in Cercando Alaska, il ragazzo un po’ sfigato e riflessivo, la ragazza che gli piace già fidanzata, avvenente e molto particolare, i suoi amici simpatici e particolari anch’essi e la scomparsa improvvisa del grande amore del protagonista. In più, c’è la professoressa Holden, che corrisponde più o meno ad Hyde, ci mancava solamente il tema finale nel quale Quentin esponeva tutto ciò che aveva imparato. Ovviamente la ricerca dell’amica scomparsa e delle motivazioni che l’hanno portata a ciò aiutano i personaggi a maturare.
Già questo mi ha fatto storcere il naso, non apprezzo molto gli autori che propongono sempre le medesime trame e anche per questa ragione Città di carta mi ha un po’ annoiato.
I personaggi li ho trovati... prevedibili. Si nota che il libro è stato scritto da John Green, e dopo aver letto per intero Cercando Alaska e Colpa delle stelle, e lentamente sto leggendo anche Teorema Catherine, ad un certo punto si comincia ad indovinare cosa faranno i personaggi. Questo sempre per il fatto che John Green propone più o meno le stesse cose.
Margo sarà interpretata da Cara Delevingne,
una modella americana che ha letteralmente
fatto impazzire il caro John con la sua audizione.
Margo Roth Spiegelman è abbastanza odiosa. Come dice lei stessa, una ragazza di carta anche abbastanza antipatica. Effettivamente non le è mai accaduto nulla (a parte ritrovare il corpo dell’avvocato divorziato a nove anni), eppure si comporta come un essere umano in depressione a causa di qualche crisi esistenziale. E potrebbe anche essere così, se non fosse che non è accaduto nulla che la facesse entrare in questa crisi.
Andando al concetto della città di carta, penso che non sia stato sviluppato bene. L’ho trovato interessante, ma John Green ha provato ad introdurre anche altre tematiche, come i fili, la nave, l’erba (che ho trovato ancora più interessanti e ben trattati), e tutto ciò ha allontanato il discorso dalla città di carta (che sottolineo dà il titolo al romanzo).
Ci sono parecchie scene inutili, che sembrano essere state messe soltanto per allungare il brodo, e in generale lo stile non mi ha fatto impazzire. In  Colpa delle stelle e in Cercando Alaska non ho avuto nulla da ridire, ma in Città di carta, sinceramente, l’ho trovato fin troppo semplicistico e molto ripetitivo. Aggiungerei inutilmente, dato che i protagonisti dei romanzi di John  Green sono sempre intelligenti e il più delle volte ragazzi di cultura.
Le due stelline sono principalmente per la terza parte, il viaggio fino a New York. L’ho trovato divertentissimo e ho riso per tutto per il tempo. È l’unica parte del libro che mi ha preso totalmente e che ho letto velocemente.






Goodreads e Anobii: perché preferisco il primo

Salve carissimi lettori del blog! Ritorno con questo post random che ho deciso di inserire nella rubrica Talking about..., anche se c'entra davvero poco. Comunque, già dal titolo penso che abbiate capito di cosa andremo a parlare: Goodreads e Anobii. 



Goodreads e Anobii sono due fra le più grandi piattaforme online per "creare" librerie e scambiare pareri e recensioni sui libri. Attraverso una valutazione in stelline (che vanno da uno a cinque), si può mostrare al mondo cosa si pensa di un volume in particolare e scrivere una recensione che può essere votata se piace a qualche altro utente. 
Io sono iscritta ad entrambi, sulla pagina "Come contattarmi", cliccando sulle voci "Goodreads" e "Anobii", potrete facilmente accedere alla mia libreria e osservare il mio profilo e molte delle mie recensioni o dei miei semplici pareri (perché molti ancora non sono stati trasferiti qui sul blog). 
Nel caso ancora non conosceste queste due piattaforme, vi consiglio di provarle: è un'ottima esperienza per un lettore potersi confrontare con altre persone e condividere la passione per determinati libri. Inoltre possono tornare utili anche quando si vuole conoscere qualche parere riguardo un racconto che si ha intenzione di leggere. 
In ogni caso, personalmente io preferisco Goodreads, nato molto dopo  Anobii, se non mi sbaglio. 
Entrambi hanno vantaggi e svantaggi, chiariamo questo, però io preferisco comunque il primo. Questo post non ha assolutamente lo scopo di sminuire Anobii, o convincervi in qualche modo che Goodreads sia migliore, è semplicemente una discussione nata per confrontarsi.

Vantaggi di Goodreads:
Libreria di Anobii
1. Il motore è molto più veloce (almeno con il mio computer), infatti Anobii è spesso lento e mi va in palla tantissime volte, anzi, sono più le volte in cui non funziona che quelle in cui riesco tranquillamente ad usarlo.
2. C'è una maggiore varietà di libri, con un'unica versione uguale per tutti. Poi è possibile cambiare l'edizione, ma in generale scrivendo il titolo del libro in italiano, te lo trova in lingua originale. Anobii, invece, ha tremila versioni per ogni libro, a mio parere una cosa abbastanza dispersiva e confusa. 
3. La ricerca su Goodreads è molto più selettiva: si può scegliere se cercare ciò che si vuole tra "Titoli", "Autori", "Case Editrici" e altro. 
4. Esteticamente Goodreads è più carino e curato. 
5. Leggendo un libro e scegliendo l'edizione che si ha, si può permettere agli amici di seguire passo passo la lettura, aggiornando le pagine o lo stato del libro. Con Anobii, invece, si può solamente spostare il libro attraverso le classiche mensole "Da leggere", "In lettura", "Finito". 

Svantaggi di Goodreads:
1. Al contrario di Anobii, non ha barra di compatibilità quando visiti un altro utente. Anobii, infatti, permette paragona le due librerie vedendo quanta compatibilità hai con quell'utente.
2. Le divisioni linguistiche sono più rigide, ed è difficile scontrarsi con recensioni in lingua straniera, come invece capita con Goodreads. Le versioni dei libri sono diversificate, e dunque il motore di dà solamente quella della tua lingua.

Cose in comune:
1. Hanno entrambi un sistema di votazione che va da uno a cinque.
2. Accettano entrambi codici html nelle recensioni, nonostante Goodreads abbia una maggiore varietà di codici e una mini guida al lato.
3. Entrambi permettono di dividere i libri in mensole.

Bene. Spero di avervi incuriosito almeno un po' a provare queste due piattaforme, nel caso non le avesse. In caso contrario, quale delle due preferite? Che vantaggi ha l'una, e quali l'altra? Conoscete altre piattaforme simili?

sabato 20 settembre 2014

Pretty Little Liars

Titolo: Pretty Little Liars
Autore: Sara Shepard
Traduzione: Elisa Piccini
Numero di pagine: 699
Pubblicato: 2006 (in America)
Edizione: New Company Editori
Prezzo: 8.90 euro
Trama: Nell’esclusivo quartiere di Rosewood, in Pennsylvania, Spencer, Aria, Emily e Hanna sembrano trascorrere un’esistenza tranquilla, tra manicure, pettegolezzi e problemi di cuore. Sono quattro ragazze bellissime, dall’aria ingenua e vulnerabile. Ma il loro candore è solo una fragile apparenza, dietro cui si cela un passato di segreti pericolosi. Segreti che qualcun altro sembra conoscere: una persona enigmatica che si firma con la sola lettera A e minaccia di svelare tutta la verità. Le amiche sono così trascinate in un gioco inquietante, che le costringe a portare alla luce terribili ricordi. E chiunque si nasconda dietro A, è di certo intenzionato a rovinare le loro vite per sempre...

Rating:  e mezzo


Recensione:  La serie televisiva Pretty Little Liars mi ha sempre incuriosito, anche se non ho mai cominciato a seguirla.  Come sono solita fare, quando vedo un caso cinematografico di grande successo compro sempre la versione cartacea, per poi dedicarmi alla trasposizione in film o telefilm (è accaduto con Noi siamo infinito, Twilight, Colpa delle stelle ecc.).
Ho letto la versione del libro che comprende i primi quattro romanzi assieme, e sono rimasta piacevolmente colpita dall’esito del romanzo. Le tre stelline e mezzo sono la media dei voti dei libri, singolarmente le valutazioni sono di 2,5 (il primo), 3,5 (il secondo e il terzo) e 4 (il quarto).

Cosa mi è piaciuto

-Lo stile. Pensavo che, come la maggior parte degli Young Adult, fosse scritto con i piedi, invece mi sono dovuta ricredere. Nonostante lo stile sia comunque molto semplice, non ci sono ripetizioni e le descrizioni sono soddisfacenti.

-I personaggi. Ho apprezzato l’indagine psicologica di ognuna delle quattro protagoniste. Tutte diverse, tutte particolari, anche se Hanna per hanno ho coltivato un po’ di antipatia. Soprattutto quando non si conosce la storia, inizialmente è un po’ difficile seguire il romanzo e ricordare i collegamenti che ci sono fra i vari personaggi.

-L’adolescenza. Non dico che i personaggi erano prevedibili, ma comprensibili. Ogni loro scelta è realistica e coerente, e anche se a scrivere il libro è stata un’adulta, si riesce facilmente ad immedesimarsi in questi adolescenti irrequieti. E le quattro magnifiche bugiarde non smettono di comportarsi come ragazze della loro età.

-I temi trattati. Oltre alle vicende macabre, che sono la parte più importante del romanzo, la Shepard tratta anche altre tematiche tipiche di questo periodo, come l’alcolismo, l’omosessualità (e il razzismo in generale) e il bullismo. Questi argomenti rimangono di contorno, ma non vengono trattati assolutamente con superficialità, seppure in maniera leggera.

-La suspense. Il libro prende dall’inizio alla fine. Non c’è stato un attimo in cui ho smesso di leggerlo, soprattutto durante la lettura delle ultime pagine. Ho letto tutti e quattro i libri in circa una settimana, ma lo avrei finito molto prima se non fosse stato per la scuola e per mia sorella (lo abbiamo letto entrambe contemporaneamente). I misteri si infittiscono sempre di più, e ad ogni pagina se ne apre sempre uno nuovo. L’autrice ha studiato perfettamente gli avvenimenti passati per rifletterli con destrezza nel presente e collegare davvero in modo geniale qualsiasi situazione.  

Cosa non mi è piaciuto

-L’età. Diciamo che l’età delle protagoniste mi è sembrata abbastanza ambigua. Quando la vicenda dei messaggi accade, si trovano in terzo superiore, ma tutti i segreti che nascondono si riferiscono ad avvenimenti della seconda media. Ecco, qui ho storto un po’ il naso, perché, dati gli scherzi e le situazioni nei quali le protagoniste, da “bambine”, si sono ritrovate, avrei preferito un’età più avanzata, le ho trovate un po’ troppo piccole per poter pensare e agire in questa maniera.

-Lo scenario. Il romanzo è ambientato a Rosewood, un quartiere in Pennsylvania apparentemente tranquillo e idilliaco. In questa zona tutti sono perfetti: le ragazze hanno gambe lunghe, abiti alla moda e capelli sempre perfetti; i maschi hanno tutti un viso affascinante e un fisico da urlo. Mi è parso un po’ troppo irreale, come cosa. Non esiste un posto in cui tutti sono così avvenenti... è sereno all’inverosimile.

-Love stories. Le storie d’amore mi sono sembrate un po’ alla Beautiful. Ci sono ridicoli prendi e molla e situazioni amorose assurde. Fidanzamenti senza né capo né coda e gelosie e tradimenti ad ogni angolo. È l’unica cosa che proprio non ho apprezzato, anche se, fortunatamente, la parte amorosa del romanzo non è uno degli elementi principali, e rimane a far da contorno.  

-La struttura del romanzo. Ho trovato uno spreco la divisione dei vari libri. La saga è formata da tantissimi romanzi, addirittura in America sono arrivati a 15, eppure sono brevi e poco corposi. Penso sarebbe stato meglio unirli a due a due, dividendoli in parti. Il primo libro, per esempio, ha solamente 160 pagine, nella mia versione, ed è abbastanza inutile, non succede nulla. Attaccarlo al secondo sarebbe stata una scelta intelligente.


Alla fine è stata una bella scoperta questa saga, anche se il problema è che non hanno tradotto oltre il quarto libro e non so come fare per recuperare gli altri!

mercoledì 17 settembre 2014

W.W.W Wednesday #2

Buon mercoledì, carissimi lettori del blog. Oggi ci ritroviamo con la famosa rubrica W.W.W Wednesday e le tre domande riguardanti la lettura.
Vi anticipo che questa settimana non è stata proprio produttiva, per quanto riguarda la lettura, ma cercherò di rifarmi nonostante gli impegni scolastici. Come potrete notare i programmi fatti la scorsa settimana sono stati completamente stravolti... non ho letto nessuno dei tre libri che mi ero ripromessa di leggere. Tenera è la notte ho deciso di cominciarlo più avanti. Leggendo qualche pagina mi sono resa conto che non è il momento e che non sono ancora pronta per affrontarlo. Teorema Cathrine è ancora lì, nella mia libreria, attende di essere aperto.


What have you finished reading?

                      

-Pretty Little Liars, Deliziose. Il libro dal quale è stata tratta uno dei telefilm più famosi e avvincenti di sempre. Scommetto che la maggior parte di voi lo segue, io ho preferito comprare la versione cartacea perché non sono una fan accanita dei telefilm. Ho i primi quattro volumi tutti assieme e ho appena scoperto che gli altri undici (perché in totale sono quindici) non sono stati tradotti! 
In ogni caso, il primo volume non mi è sembrato particolarmente appassionante. Una trama complessa e ben strutturata, ma il primo libro è abbastanza inutile. 
-Pretty Little Liars, Divine. Il secondo della saga. Mi è piaciuto di più ed è stato più intrigante. Mi sta piacendo lo sviluppo della storia e i misteri che girano attorno alle quattro sfortunate protagoniste. Poiché è il più grande, è il romanzo di questa settimana che ho apprezzato di più.
-Il superstite. Uno dei thriller di  Wulf Dorn. Carino, merita principalmente per la parte finale, ma un po' troppo prevedibile e scontato, per essere stato scritto da un autore così acclamato. Il suo miglior romanzo è La psichiatra, quindi dovrei leggere anche quello per rendermi seriamente conto del suo valore, ma Il superstite non mi ha appassionato, quindi non sono sicura di prendere altri libri di Dorn. 

What are you currently reading?

                                                    


-Pretty Little Liars, Perfette. Continuano le vicende di Aria, Hanna, Spencer ed Emily con il terzo romanzo. Non sono nemmeno arrivata a metà, l'ho iniziato ieri sera, ma le vicende già cominciano ad infittirsi nuovamente. 
-Un anello da Tiffany. L'autrice è celebre per aver scritto Il diavolo veste Prada, libro che non ho letto ma che mi incuriosisce molto (devo rimediare!). Lo comincerò esattamente oggi (dopo aver scritto il post). 

What are you going to reading?

                                                   

-An Abundance of Kathrines, in lista da mesi. Ho letto qualche capitolo, ma non l'ho mai cominciato seriamente. La copertina che vedete è quella che ho io, dato che sto leggendo in inglese. 
-Città di carta, sempre di John Green, che mi arriverà esattamente domani (grazie ad un'amica fan sfegatata dell'autore). Sono molto curiosa riguardo questo libro, so che nel 2015 arriverà il film e ho intenzione di vederlo. Inoltre è l'unico libro di John Green del quale non abbia letto spoiler, quindi sarà totalmente una sorpresa per me. 

Quali libri avete appena terminato? Quale state leggendo? Cosa credete di leggere in seguito? Lasciatemi il vostro W.W.W Wednesday fra i commenti!


martedì 16 settembre 2014

Colpa delle stelle

DESCLAIMER: Con lo scorso sondaggio, ho chiesto di quale libro avrebbe trattato la mia prossima recensione. Il vincitore è stato Colpa delle stelle, ed ecco qui ciò che penso di questo libro. 
Avviso che la recensione è molto soggettiva (anche se solitamente cerco di essere il più oggettiva possibile), e che il libro NON mi è piaciuto, è stato una profonda delusione. 


Molto spesso, quando si parla male di Colpa delle stelle, i fan cercano sempre di farti sentire in colpa (notate il gioco di parole), ma io sono fatta così: non ho cercato di farmelo piacere (nonostante avessi delle aspettative altissime, e sono quelle che mi hanno fregato) per forza, solo perché parla di due ragazzi malati di cancro. Non avevo nemmeno astio nei confronti del libro o dell'autore: l'ho letto quando ancora non era molto famoso e di John Green ho ben tre libri. 

Detto questo, pace, amore e fratellanza. La recensione sarà caratterizzata da spoiler, se non avete letto il libro e avete intenzione di farlo NON LEGGETELA.




Titolo: Colpa delle stelle
Autrice: John Green
Traduttore:
Numero di pagine: 360
Pubblicato: gennaio 2012 (in America)
Edizione: Rizzoli
Prezzo: 16.00 euro
Trama: Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.

Rating:  

Recensione: si era alzato un tale polverone attorno a questo libro, che avevo paura di cominciare a leggerlo per paura di rimanerne troppo rapita o devastata. Come si noterò dalla valutazione non del tutto piena, questo libro mi ha lasciato una punta di delusione e non ha confermato tutte le recensioni positive che ho letto sul suo conto.
Diciamo subito che questa recensione sarà abbastanza complessa da seguire, perché le cose che ho da dire sono parecchie e il discorso è anche abbastanza difficile, quindi spero che voi mi seguiate e che riusciate a comprendere ciò che voglio dirvi.
Mi ha un infastidito, per prima cosa, la traduzione errata dall’inglese all’italiano, anche se, ovviamente non si può dare la colpa a John Green. Un significato così profondo storpiato da un cambio di preposizione!
Ma andando al contenuto del libro...

I personaggi

Hazel e Augustus sono la prima cosa che mi ha fatto storcere il naso. Entrambi stanno vivendo difficili situazioni con le loro malattie, chi di più, chi di meno e non nego il fatto che siano veramente interessanti. Fondamentalmente, però, hanno due problemi: il primo, il fatto che siano uguali. Hazel è un Augustus al maschile e Augustus è una Hazel al femminile. Quando parlano, non c’è uno scambio di opinioni o un dibattito costruttivo, rafforzano l’uno ciò che dice l’altra, rendendo i loro discorsi anche abbastanza noiosi. Di conseguenza, utilizzando la prima persona, riusciamo a capire anche com’è fatto Augustus senza ricorrere ad approfondimenti, dato che pensa esattamente come pensa Hazel.
Il secondo problema è la loro maturità. Capisco che hanno vissuto  e stanno vivendo un periodo complicato della loro vita e un problema comunque grave, ma hanno una maturità che un ragazzo di sedici o diciassette anni non ha e non avrà mai nella vita reale. Sono come Silente e la McGranitt: due vecchietti di novant’anni che hanno trascorso la vita a combattere guerre. Anche se sei stato malato di cancro, ovviamente sei un po’ più maturo degli altri, ma non saggio come Gandalf o come un nonno!

Le metafore

Questo libro è disseminato di metafore nascoste, che il 70% dei fan non avrà manco capito. Dalle uova strapazzate, al bacio nella casa di Anna Frank. Ma la più importante, la ricerca di Peter van Houten per scoprire come continua il libro “Un’imperiale afflizione”, invenzione geniale di John Green e libro preferito di Hazel. È un’evidente non rassegnazione alla morte da parte di questi due ragazzi che sanno perfettamente di esservi prossimi, e che vogliono sapere cosa succederà una volta che avranno lasciato questo mondo.
Diciamo che io sono sempre per il premiare l’impegno, e in questo John Green penso che si sia veramente dato da fare, ma forse ha dimenticato che il libro è diretto a dei ragazzi, di cui al 90% importa solamente di vedere gli sviluppi di una storia d’amore. Ovviamente credo che il suo scopo è quello di far lavorare anche un po’ il cervello, infatti in molti punti porta anche a riflessione e offre spiegazioni filosofiche su vari meccanismi della vita.


Amore vs Cancro

Una delle cose che mi ha più irritato di questo libro, è il fatto che l’autore abbia messo davanti ad un tema importante come il cancro, l’amore.
Forse perché io sono fermamente convinta che l’amore non sia la forza devastante e potente che ci viene descritta nei libri, ma credo che prima di questo ci sia qualcosa di più importante, ma John  Green, per permettere una storia d’amore tra questi due ragazzi, ha creato una pillola che aiuta Hazel a sopravvivere nonostante il cancro. Una trovata che non mi è piaciuta, perché appunto ha spostato una malattia che distrugge in secondo piano per favorire una storia d’amore.
Questa è una cosa che veramente non ho capito di questo libro. Perché abbassare la gravità del cancro, sapendo che questo libro è destinato a persone sane? Forse perché a queste persone sane importa solamente di leggere una storia d’amore romanzata e impossibile nella realtà?
Io penso che alcune situazioni non possano essere modificate nei libri, e quando leggo di cancro vorrei leggere qualcosa di crudo e significativo che mi porti a riflettere sulla condizione di queste persone, non sull’amore apparentemente impossibile.

Il finale

Il finale l’ho trovato totalmente senza senso, e di conseguenza, non mi ha minimamente sfiorato. Infatti, come molti mi dicevano, non ho pianto e non ho fatto nient’altro, anzi, non ho terminato nemmeno il libro, fermandomi al capitolo 23, mi sembra. Molti mi hanno apostrofato dicendo che sarei dovuta andare avanti a leggere, perché lì avrei capito che la morte di Augustus è servita a far maturare Hazel e così via, ma è una cosa abbastanza ridicola, per Hazel è già matura! Non puoi creare prima una piccola McGranitt, e poi pretendere che maturi ancora! Ripeto: Hazel ha già raggiunto un livello di maturità massimo sia per la sua età che per l’uomo in generale, infatti dicevo anche prima che lei e Augustus sono saggi, e non maturi. La morte di quel povero ragazzo è servita solamente a distruggere Hazel ancora di più.

Scene di cattivo gusto e realismo

Diciamo che per la prima metà, il libro mi ha abbastanza annoiata. È riuscito ad appassionarmi soltanto durante il viaggio ad Amsterdam, in cui i due ragazzi sono alla ricerca del continuo del libro. Davvero di cattivo gusto, il bacio nella casa di Anna Frank con tanto di applauso da altri turisti, che ho trovato irrispettoso (per quanto John  Green volesse farci capire che la vita va vissuta nonostante il dolore). Inoltre è stato molto frettolosa anche l’organizzazione del viaggio stesso, calcolando che loro partono da Indianapolis, e pensare che ad un certo punto ho creduto che vivessero in Inghilterra anziché in America! Anche la ricaduta di August è stata un po’ troppo campata per aria, a parte il litigio pre-viaggio con la madre, non vi è più alcun segnale, e non è che una ricaduta viene lasciata così. Se c’è speranza che mio figlio possa guarire, come madre non gli permetterei mai di andare oltreoceano, a meno che non si sappia già che morirà, e allora la vacanzetta te la permetto.  
Diciamo anche che in questo romanzo ci sono parecchi personaggi, ma tutto gira attorno ai due protagonisti. Sarebbe stato interessante, magari con una terza persona, approfondirli e non buttarli e lasciarli lì senza permetterli più di avere voce in capitolo. Per esempio, i genitori di Hazel. Il cancro è devastante per tutti, non solo per chi lo ha. Cosa ne pensano di tutto questo? 

Pro di questo romanzo


Esattamente, perché effettivamente ha anche delle cose positive. Innanzitutto alcuni personaggi, come lo scrittore Peter van Houten, la sua assistente dal nome incomprensibile e le riflessioni intelligenti di  Hazel. In generale consiglieri questo romanzo ad un ragazzo, perché, per quanto non mi possa essere piaciuto, non può che far bene rimanere a riflettere un po' sui temi che cerca di trattare (male, secondo me, ma almeno ci prova). 

Filmografia... trailer e migliori trasposizioni cinematografiche

E cari lettori, ecco un articolo riguardante i film. Personalmente ne vedo veramente pochi, lo schermo mi infastidisce e il cinema si trova lontano da casa. In generale, preferisco i libri, anche se ci sono stati un paio di film che mi sono piaciuti più dei librii (principalmente quando non ho amato il libro, e quindi il film mi è sembrato migliore).
È stato il caso di Colpa delle stelle. Il libro è stato una vera e propria delusione e, nonostante il film non mi abbia fatto impazzire, l'ho trovato carino e mi ha fatto anche un po' commuovere. I due protagonisti mi sono piaciuti e ho apprezzato il fatto che sia rimasto fedelissimo al libro.
Anche Shadowhunters Città di Ossa è stato fatto veramente benissimo. Adesso i fan della saga mi uccideranno, ma dato che ho odiato il primo libro (veramente brutto!) il film l'ho trovato più coerente e appassionante. Diciamo che è totalmente diverso dal romanzo, e forse è per questo che mi è piaciuto di più, comprendo perfettamente i fan della saga. Gli attori li ho trovati azzeccatissimi!
Un film sul quale sono stata un po' contraria è stato Divergent. Avrei preferito che alcune scene inutili venissero tolte, così da mettere scene tolte che in realtà erano più importanti (come il lancio del coltellino da burro da parte di Peter). Inoltre non mi è molto piaciuta Shaileene Woodley nel ruolo di Tris... l'ho trovata caratterialmente una rammollita (parlo sempre di Tris), mentre nel libro ha un po' più di forza e coraggio.  Anche fisicamente non si somigliano molto: Tris è completamente bionda e minuta, mentre la Woodley è una stangona!

Le migliori trasposizioni cinematografiche secondo i fan...

  • Memorie di una geisha
  • Colpa delle stelle
  • Hunger Games
  • Il grande Gatsby
  • Il signore degli anelli
  • Storia di una ladra di libri
  • Le pagine della nostra vita
  • The help
  • Orgoglio e pregiudizio (entrambe le versione) 

E adesso, direttamente dal tubo i trailer dei film più attesi del momento!

Cinquanta sfumature di grigio


Non credo andrò a vedere questo film, il libro non mi ha appassionato più di tanto e sinceramente non mi interessa minimamente la trasposizione cinematografica. I protagonisti sinceramente non li vedo nei ruoli, e avrei preferito che l'attore che interpreta Christian Grey (Jamie Dornan) avesse mantenuto la barba. Sembra un po' un bombolotto senza XD

Mockingjay (Il canto della rivolta)



A novembre andrò a vederlo assieme alla mia amica fan di Hunger Games. Io ho letto solo il primo, e mi è veramente piaciuto, ed entro questo lasso di tempo voglio mettermi in pari con la saga e terminarla (dato che sto per vedere il terzo), e magari anche vedere il secondo film (mission impossible).

Serena



Parlando sempre della mia amica fan di Hunger Games, mi costringerà a vedere anche questo film, nel quale c'è Jennifer Lawrence. La trama mi intriga parecchio e sembra veder già candidature agli Oscar. Questi due assieme sono veramente invincibili!





Chi ben comincia... Angeli e demoni

Salve miei cari lettori del blog! Oggi La cacciatrice di libri ha un'introduzione da mostrarvi. La scuola è ricominciata (purtroppo), e con essa tutte le attività invernali a cui prenderà parte.Il tempo da dedicare al blog diminuisce, ma non vi preoccupate: non vi abbandonerò!


Il fisico Leonardo Vetra sentì odore di carne bruciata. Era la sua. Terrorizzato, alzò gli occhi verso l'ombra scura che incombeva su di lui. "Cosa vuole da me?""La password" disse lo sconosciuto con voce aspra. "La parola d’ordine.""Ma io non…"L’uomo gli premette di nuovo sul petto il ferro arroventato, ancora più a fondo. Si udì uno sfrigolio di carne che bruciava."Non c'è nessuna password!" gridò Vetra, straziato dal dolore, sentendosi venire meno. Lo sconosciuto lo guardò torvo. "Proprio come temevo." Vetra si sforzava di rimanere cosciente, ma stava per perdere i sensi. L'unica consolazione era sapere che il suo aggressore non avrebbe mai raggiunto il proprio scopo. Un attimo dopo, l'uomo estrasse una lama e gliela avvicinò al viso. La lama oscillò, con precisione chirurgica. "Per l'amor di Dio!" gridò  Vetra. Ma era già troppo tardi. 



Incipit de:

Libro comprato e letto da poco da mia sorella, io non sono una grande fan di Dan Brown e, nonostante abbia quasi tutti i suoi libri in casa, non ne ho mai letto uno. Penso di rimediare a breve e credo che comincerò dal principio a leggere le avventure di Robert Langdon. 
Qualche fan di Dan Brown? 

Avete letto questo libro? L'incipit vi incuriosisce? Pensate che possa fare al caso vostro? 


venerdì 12 settembre 2014

Talking about... I libri che ho abbandonato

Salve lettori del blog! Mancano solamente tre giorni, accidenti, e già ho voglia di ritornare in vacanza T.T
Oggi posterò, per la rubrica Talking about... i libri talmente brutti che non sono riuscita a finirli.


Non ho una lista molto lunga, non ci sono molti libri che non mi sono piaciuti al punto da abbandonarli. Ma con questi proprio non ce l'ho fatta, un po' per noia, un po' perché erano talmente stupidi che proprio non potevo continuare... 


Cominciamo con Evermore di Alyson Noel. L'ho trovato banalissimo e anche morboso.  La protagonista pensa continuamente o a quanto sia figo il personaggio maschile (Damen) o a quanto soffre per il fatto di essere diversa (è diventata sensitiva a seguito di un incidente). È la solita storia stile Twilight, insomma, infatti sulla copertina c'è appunto questo desclaimer (che io non ho letto, ecco perché ho cominciato il libro): "Da appassionata fan della serie di Twilight, raccomando questo libro a tutti coloro che hanno amato la saga di Stephenie Meyer!" 
Ecco... dato che io non ho propriamente amato Twilight, anche se fa parte delle serie che seguo perché sono curiosa di sapere come andrà a finire la saga. Ho letto questo romanzo in pdf, erano 200 schermate  circa e io ne ho lette 50 (più o meno un quarto del libro). Penso che ne farò un post anche con "What the fuck is this book?"



Ho cominciato questo libro perché la trama mi interessava veramente molto. Inutile dire che sono rimasta veramente delusa e che è entrato immediatamente nella mia black list. Sono andata molto avanti con questo romanzo, solitamente quando non mi piace un libro lo mollo quasi immediatamente, ma ho voluto dare una possibilità a Stacrossed e... no no no no. 
È noiosissimo: scene messe lì solo per riempire pagine.  Inoltre ripeto che è sempre impostato alla Twilight (e non lo dico perché ormai è un modo di dire, ma perché è proprio così. Nella presentazione di questo romanzo c'è anche scritto) e la presunta mitologia greca sembra completamente inventata dall'autrice. Davvero, non ho trovato nulla che coincidesse realmente con la cultura classica. Una specie di scopiazzattura uscita veramente male di Percy Jackson. Penso che anche a questo libro dedicherò un post per la rubrica "What the fuck is this?"


Mi sono fermata al capitolo 5. Non ce l'ho fatta ad andare avanti. A causa delle recensioni positive sono riuscita più o meno a sapere come continuava la storia, e sono contentissima di non aver proseguito. Già da subito ho trovato Anastia (la protagonista) abbastanza ritardata e senza carattere. Faceva dei pensieri talmente stupidi che proprio non riusciva a capire e ho dovuto spegnere il cervello per un pomeriggio, altrimenti rischiavo di collassare per le troppe domande. 


Mi dispiace Gianni Rodari, ma proprio non sono riuscita a finire questo libro. Ero piccola ed è uno dei primi libri che proprio non mi è piaciuto. Ci ho provato tante volte a ricominciare e a leggerlo per intero, ma è troppo noioso. 

Quali sono i libri che proprio non siete riuscire a continuare? Perché li avete abbandonati? Conoscete i romanzi sopra elencati?




mercoledì 10 settembre 2014

W.W.W Wednesday #1

Buongiorno cari lettori del blog! Oggi aprirò il primo W.W.W. WEDNESDAY, rubrica famosa e conosciuta nella maggior parte dei blog a tema libresco.






What have you finished reading? 


                   


-Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mr. Hyde, letto in inglese. Me lo ha prestato mia cugina e devo dire che l'ho trovato davvero inquietante. Lo consiglio vivamente, è breve, ma cattura fin da subito e si legge in pochissimo tempo.
-Eva Luna racconta, un libro che ho casualmente trovato nella libreria. Avevo intenzione di leggere qualcosa della Allende e ho iniziato con questa serie di racconti non collegati fra loro. L'incipit mi ha rapita fin da subito e anche le storie narrate sono davvero accattivanti. Una grande parte di queste parla di donne e uomini forti, che nonostante le difficoltà della vita e di uno stato massacrato da guerre civili, sono riusciti a rialzarsi e ad andare avanti. Nella raccolta si scontrano continuamente tradizioni e modernità, segno che il Paese sta crescendo. 
Ho amato lo stile della Allende, veramente ricco di particolari, che non rendono pesante la narrazione.
-1984, capolavoro di Orwell. L'ho evidenziato ingrandendolo per farvi capire che è quello che mi è piaciuto di più. Avevo letto prima La fattoria degli animali e fra i due romanzi non saprei quale scegliere. Tagliente, cupo, 1984 fa capire davvero tante cose e penso che sia uno dei libri che più sarà responsabile della mia formazione. In particolare, la terza parte l'ho letta quasi come se fosse un travaglio.  

What are you currently reading?


-Il supersitite, secondo thriller di Wulf Dorn. In realtà avrei voluto comprare La psichiatra, che mi incuriosiva di più, ma non sto rimanendo delusa da quest'altro romanzo. Ha un intreccio veramente contorto e ci sono misteri ovunque. Sono arrivata a circa metà romanzo e penso che entro domani lo terminerò. L'inizio non mi ha preso particolarmente, ma adesso si è entrati nel vivo della storia. 

What are you going to read?




  


Diciamo che i miei piani riguardo i futuri libri da leggere cambiano sempre, ma mi sono fatta una scaletta che credo rispetterò, per poter leggere il più possibile prima dell'inizio della scuola. I due più grandi sono quelli che sono quasi sicura leggerò.

-Tenera è la notte, classico sconosciuto di Fitzgerald. Un altro libro trovato casualmente nella libreria, il titolo mi ispira veramente tantissimo e leggendo qualche spezzone della trama, sembra anche interessante. Vedremo...
-An Abdundance of Kathrines, meglio conosciuto come Teorema Cathrine, di John Green.  L'ho comprato in Inghilterra e ho letto fino ad un certo punto. Sono quasi certa che, una volta terminato Il superstite, lo riprenderò. È il mio libro prioritario, attualmente.
-I parassiti, di Daphne du Maurieur. Anch'essa autrice sconosciuta del primo Novecento.  Mi è stata consigliata da mia madre che mi ha subito procurato due dei suoi libri, questo e La prima moglie. Ho deciso di leggere prima I parassiti perché la trama mi attira di più e anche perché è molto più breve dell'altro.

Quali libri avete appena terminato? Quale state leggendo? Cosa credete di leggere in seguito? Lasciatemi il vostro W.W.W Wednesday fra i commenti!